La mano è più importante della spada
Thulsa Doom lo aveva già detto a Conan durante il loro primo (e più sfortunato, almeno per il protagonista) confronto: "Cos'è l'acciaio a paragone della mano che lo brandisce?" affermando quindi a chiare lettere che le armi sono poca cosa rispetto alle capacità di coloro che le maneggiano. Questa dovrebbe essere una realtà del vero gioco di ruolo, epico o meno che sia. Cioè un oggetto (magico) può potenziare l'abilità di un personaggio in qualcosa, ma egli deve essere forte già di suo e non reso forte dall'oggetto. Deve essere così perché altrimenti verrebbe meno il desiderio di migliorarsi e progredire. E non solo: arrivare ad essere forte grazie solo ad un oggetto magico può essere quasi considerato 'barare' dagli altri giocatori se questi invece hanno sudato tutti i progressi nelle capacità del proprio personaggio.
Volete un'altra dimostrazione di quanto sia poco l'arma a fare l'eroe ma l'eroe a fare l'arma? Eccola qui, dal libro "Il Mondo di Nehwon" che sto leggendo ora: "...i due abitualmente rubavano tutti loro averi, persino le spade egli stiletti, che chiamavano sempre Astagrigia e Spaccacuore e Cesello e Zampino di Gatto, per quanto li perdessero spesso e rubassero i surrogati...". Naturalmente' i due' sono Fafhrd e il Grey Mouser.
2 commenti:
Però se un'arma è magica può darsi anche che richieda meno forza del solito pur facendo la stessa quantità di danno. Ad esempio potrebbe essere fatta con un materiale particolarmente leggero (un po' come il mithril per le armature).
D'accordo.
Non è in discussione l'esistenza o meno di oggetti magici (o fatti di materiali speciali) più o meno potenti che è giusta e logica in un mondo fantastico in cui la magia esiste, ma il fatto che un personaggio possa essere potente per il solo fatto di possedere un'oggetto, a dispetto delle sue abilità.
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